I castelli prigione: Punta Troia

giovedì, maggio 06, 2010 8:43 AM Pubblicato da Cl@sse 2.0

Il castello di Punta Troia venne edificato sul promontorio alto 116 metri che sporge in mare sull’estrema punta nord-est dell’isola, denominato Punta Troia.
Era prima una torre saracena e venne trasformato all’epoca normanna, per garantire l’isola dagli attacchi dei pirati.
Il castello venne dotato di due ampie cisterne per la raccolta dell’acqua piovana: la prima venne realizzata all’interno della fortezza, mentre la seconda sorse ai piedi del castello, fuori dalla cinta muraria e doveva servire per rifornire d’acqua i vascelli della regia corte, che si fermavani in una delle due cale alle falde del castello: Scalo Maestro e Cala Manione.
A quel tempo l’isola era disabitata, al castello invece viveva un gruppo di soldati spagnoli con le loro famiglie, che poi diedero inizio agli abitanti dell’isola.
Questi uomini erano costretti ad affrontare molte difficoltà pur di guadagnarsi i pochi soldi che dava loro lo stato.
Il 12 luglio 1755 il re, saputo lo stato di degrado del castello, autorizzò i lavori di restauro, ma le riparazioni eseguite nelle due cisterne non permisero che l’acqua piovana fosse trattenuta.
Ne periodo del Regno delle Due Sicile la cisterna venne prosciugata e trasformata in carcere duro, per decisione del re Ferdinando II, che vi fece rinchiudere i detenuti politici.
La fossa così ospitò i patrioti della Repubblica Partenopea.
Ne castello di Punta Troia vennero rinchiusi per lungo tempo il generale Bassetti, l’avvocato Nicola Ricciardi, il prete Vincenzo Guglielmi, l’avvocato Niccolò Turci, il tenente Ferdinando Aprile e il generale Guglielmo Pepe.
Il carcere rimase attivo fino al 1844 quando il re, visitando il castello, ne decise la chiusura.
La fortezza di Punta Troia venne successivamente trasformata in semaforo militare, che rimase in esercizio fino all’ultima guerra.

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